FUORI DAL TUNNEL

La storia di un nostro paziente, M. 68 anni, e del suo problema con il tunnel tarsale, raccontata dal Dott. Matteo Brasca FT, DO.

Il nostro paziente, che chiameremo M., ha 68 anni, è in pensione da qualche anno ma è nonno a tempo pieno.

Appassionato di camminate lungo il naviglio e di sentieri di montagna.

Un giorno inizia ad avvertire un dolore bruciante e abbastanza intenso che compare dopo circa mezz’ora di cammino e si propaga per tutta l’area mediale del piede, dal tallone all’alluce.

Deciso a non perdere tempo, consulta il medico di base e inizia la cura antinfiammatoria per una sospetta tallonite. Dopo 20 giorni di cure, nessun risultato, solo una lieve diminuzione dell’intensità del dolore.

Fuori dal tunnel..tarsale_FORMA

Cosa fare? Va in visita da uno specialistica, ma la diagnosi non cambia: fascite plantare, la cura è simile. Due settimane con un altro antinfiammatorio e una RX al piede alla ricerca di qualche spina calcaneare.

Dopo un mese dall’ultima diagnosi, la situazione è sempre la stessa. Così M. decide di rivolgersi a noi del Poliambulatorio Riabilitativo FORMA.
Fissa una prima valutazione dove un terapista sfodera la sua arma segreta: approfondendo con domande precise il sintomo, ascolta le risposte del paziente, compara il piede con il controlaterale ed esegue due semplici test.

La mobilità è buona. Nessuna traccia di dolore alla pressione sotto il tallone, nè alla palpazione della fascia plantare ma basta mantenere una pressione prolungata dietro al malleolo tibiale e in 30 secondi il sintomo del paziente si ripresenta anche senza camminare.

Come direbbero gli americani “BINGO

Con molta trasparenza il terapista ha spiegato al paziente che nel piede esiste un punto di passaggio di nervi e vasi che coincide con l’area che prima aveva compresso. Alcuni legamenti della caviglia se sottoposti a sovraccarico possono rispondere aumentando di spessore e irrigidendosi ostruendo quello che viene chiamato TUNNEL TARSALE, cugino meno noto del tunnel carpale.

La soluzione del problema è semplice: stimolare l’area per fare affluire più sangue, restituendo elasticità alle strutture legamentose e spazio al passaggio vascolare.
Dopo la prima seduta di trattamento manuale e onda d’urto, M. non ha avuto alcun sintomo per i successivi dieci giorni.
Dopo la seconda seduta decide, in accordo con il terapista, di intensificare le uscite di cammino per vedere come risponde il sintomo.
Al terzo incontro, M. dice che il sintomo non si è ripresentato nonostante abbia camminato per più di un’ora (a giornate alterne) nei precedenti 10 giorni.

Dunque, i due si salutano dopo una seduta di trattamento quasi esclusivamente manuale e concordano un programma di esercizi domiciliari da eseguire durante il mese successivo.

Ascolto, valutazione, proposta di trattamento, alleanza terapeutica e coinvolgimento attivo del paziente nel processo di cura sono solo alcuni degli aspetti che emergono da questo racconto, semplice quanto straordinario!

Se vuoi percorrere la strada più breve e corretta per uscire dal tunnel (non solo tarsale) ti aspettiamo per una valutazione fisioterapica!

Il nostro team saprà indirizzarti verso il trattamento o lo specialista più adatto alla tua situazione e accompagnarti finché non avrai ritrovato la strada verso l’autonomia.

Siamo contenti di aver fatto uscire M. dal suo tunnel!

In FORMA Poliambulatorio Riabilitativo trovi tanti professionisti pronti ad aiutarti!

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